03/09/2023 - Menaggio - Porlezza in MTB
Distance: 31 - km - 966 m Ascent - 966 m Descent
Time: - Passed: 6:07:25 - In motion: 3:00:10
Domenica interamente dedicata alla MTB con quest'escursione che parte ed
arriva a Menaggio.in compagnia di
Morena, Patrizio, Walter, Tommaso,
Max e Lillo. Viaggio nella media lunghezza in cui
utilizziamo il treno per raggiungere la prima meta
Varenna. Quando però si è in
compagnia anche il tempo di trasferimento sembra volare ed è così che
quasi senza accorgerci arriviamo in stazione per trasferirci subito al
molo di attracco. Tanta gente, ma non c'è ressa, per cui con le nostre
@-mtb saliamo subito sul primo traghetto in partenza e 15 minuti dopo
siamo sulla sponda opposta del
Lago di Como. Tracciato che segue, per una prima parte, il sentiero della
Vecchia Ferrovia Menaggio-Porlezza ed inizia quindi la salita, 3 km con punte di pendenza al 26%,
sulla stradina asfalto/sterrata che risale le prime pendici del
Monte Galbiga
fino alla Baita Mont del Lulin. Per arrivarci però dobbiamo prima passare per gli alvei di torrenti che
con le piogge hanno portato, a quest'altezza, talmente tanti detriti che
hanno alzato le sponde del guado e quindi un pò di portage c'è. Inizia,
poi, la ripida discesa su sassi smossi dove le gomme hanno davvero poco
grip e anche tirando al massimo i freni non si riesce a fermarsi Però non
è finita qui perchè per il ritorno si risale nuovamente, ma questa volta
su stradine tutte asfaltate dove abbiamo incrociato solamente pochissimi
veicoli che possiamo contare sulle dita di una sola mano. Per tutte le
altre informazioni consiglio di leggere il road-book.
Preparati bisogna esserlo, anche se c'è l'ausilio della @-mtb, perchè
alcuni tratti sono veramente in pendenza. Ma qui la fatica non la si fa
solamente in salita ma, anche, in discesa dove la sterrata che raggiunge
Porlezza arriva in alcuni punti a -
31% di pendenza e sulla quale rimanere in sella diventa di per se molto
difficile. Alcuni tratti a spinta, anche in salita, per i guadi dei
torrenti, asciutti, mentre prima di rientrare c'è da percorrere anche un
tratto, a bassi gradini, della
Vecchia Mulattiera in cui ci
si innesta, a sinistra, dopo i tornanti in uscita da
Naggio per raggiungere
Velzo.
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Condizioni
Meteo
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Sole
Sole
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Sono passati alcuni anni quando arrivavo qui, sempre in compagnia, per
percorrere queste stradine/sterrate che fanno parte del contesto della
Val Menaggio. Quella di oggi però, rispetto alle precedenti, è molto più
impegnativa e solo la salita sulle pendici del
Galbiga la dice lunga su
quanto ci sia da spingere sui pedali nonostante l'aiuto delle @-mtb.
Quasi 1000 m di dislivello che alla fine si sentono tutti ma che
diventano poi un bel ricordo per i tanti bellissimi paesaggi che abbiamo
potuto vedere e che cambiano ad ogni curva. Paesini con strette stradine
dove i passaggi sono solamente consentiti a piedi o in sella ad una
bicicletta ti fanno riassaporare quel gusto di andare alla ricerca,
sempre, di qualcosa di diverso. Ecco, quello di oggi, è un'itinerario
talmente tanto vario che non si può dimenticare perchè si passa dalla
vera essenza di andare in MTB allo scoprire palazzi e borghi che non ti
aspetteresti mai di trovare e che rievocano tanta e tanta storia del
passato.
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all'interno del blog dove trovi catalogate, per tipo, tante
avventure che ho percorso in mountain bike in compagnia di
tantissimi amici.
Sono le 9:30 quando arriviamo a
Varenna, prima tappa del nostro
tour odierno, con il treno. Spostandoci subito verso il molo di
attracco saliamo sul primo traghetto in partenza e 15 min dopo
arriviamo a Menaggio da dove
parte l'avventura. Uscendo dal piazzale ci portiamo al bivio con via
IV Novembre e svoltiamo a sinistra per percorrerne circa 300 m.
Deviamo quindi a destra e sul primo tornante ed iniziamo a seguire la
stradina che con buona pendenza arriva al tornante successivo e va
quindi ad attraversare una zona residenziale. Falsopiano per arrivare
ad incrociare via L. Cadorna e tenendoci a sinistra iniziamo una breve
discesa che termina, con l'innesto a destra sul sentiero della
Vecchia Ferrovia Menaggio-Porlezza. Stradina asfaltata che va a superare anche una galleria
(illuminata) prima di arrivare al bivio di via Garibaldi all'immediata
periferia del bellissimo borgo di
Cardano. Mantenendoci a destra
proseguiamo sulla stradina asfaltata e e raggiunto l'ingresso del
parcheggio giriamo a destra per immetterci sulla stretta stradina a
gradini, in salita, che si può tranquillamente percorrere in sella e
che ci conduce all'interno delle strette vie del piccolo paesino.
Passiamo accanto a
Villa Bagatti-Valsecchi
e percorrendo poi a sinistra piazza Manzoni passiamo accanto alla
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (1744).
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di percorsi
Superato anche il Camposanto ci portiamo all'incrocio di via Roma e
attraversandola percorriamo un rettilineo che raggiunge il bivio della
piccola frazione Gonte. Tenendoci
a sinistra iniziamo la discesa per arrivare all'incrocio con
la
SS340
e proseguendo diritto ci riportiamo sul tracciato dell'Ex Ferrovia. In
parte, su zona protetta, andiamo a percorrere questi 1000 m in
leggerissima discesa e ci portiamo all'incrocio con via Cascina
all'immediata periferia di
Bene Lario. Inizia poco dopo una
leggera salita che procede sulla
SP9
Strada Provinciale del Binadone
che ci fa passare accanto alla bella
Chiesa dei SS. Vito e Modesto (Sec. XVI). Subito dopo giriamo a sinistra e procediamo ancora in salita su
questa strada che all'inizio è asfaltata e con pendenze intorno al 18%
percorriamo i primi 200 m poi si spiana un poco per riprendere a
salire ancora per circa 180 m arrivando alla pendenza max del 16% fino
a raggiungere la curva a destra. Un breve tratto in contropendenza ci
consente di arrivare al bivio e dove a sinistra imbocchiamo via ai
Monti. Con un breve tratto, semi pianeggiante, arriviamo circa 250 m
dopo all'inizio della bella salita che per circa 400 m rimane sempre
su asfalto. Passiamo poi, verso il km 8 al fondo sterrato ed entrando
all'interno del bosco la strada inizia a salire in modo più deciso.
Procediamo con pendenze al 15% su un buon fondo per iniziare a
superare i guadi dove il passaggio, per forza di cose, deve essere
fatto a spinta.
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di percorsi
Dopo questo primo ostacolo il fondo della strada cambia e da sterrato
diventa sassoso con i tanti sassi che adesso muovendosi non ci danno
molto grip ed anzi dobbiamo spingere ancor di più sui pedali per
avanzare con continue le sbandate della gomma
posteriore. Superato il secondo guado, sempre spingendo, si
risale in sella e per un breve tratto la strada sale ancora ma in modo
meno deciso. Ma tutto questo dura poco perchè all'altezza del bivio,
della cementata che a sinistra risale il
Monte Galbiga la pendenza si
alza in modo notevole e non è più possibile rimanere in sella. Si
percorre il tratto abbastanza difficoltoso, con spinta del mezzo ma
fortunatamente, nonostante la pendenza, la breve lunghezza ci fa fare un
bel pò di fatica ma in poco tempo raggiungiamo il tratto pianeggiante
dopo la curva. Un paio di controlli, sul GPS per verificare la
fattibilità del proseguo ed eccoci, dopo esserci dissetati, nuovamente
pronti per proseguire quest'avventura che non si pensava minimamente,
sin qui, impegnativa. Arrivati al nuovo guado scendiamo nuovamente di
sella per portarci sulla sterrata che parte dalla parte opposta e
raggiunto il tratto erboso, del sentiero, appena sotto alla
Baita Mont del Lulin, inizia adesso, al bivio, la discesa. Primi 200 m con una pendenza
abbastanza fattibile, in sella, che arriva a toccare il -18% fino al
tornante e su un fondo abbastanza buono.
Dopo il tornante le cose cambiano e per i seguenti 500 m che arrivano
al tornante successivo la pendenza adesso è al -28,5% e nonostante ce la
stiamo mettendo tutta per rimanere i sella i continui sbandamenti della
gomma posteriore e con i freni tirati al massimo il mezzo non accenna a
fermarsi. Decido quindi di proseguire a spinta e anche camminando a
fianco della @-mtb è difficile rimanere in piedi per il continuo
spostamento di quanto abbiamo al di sotto delle scarpe. Piano piano
raggiungo il tornante e mi rimetto in sella per proseguire nella discesa
e percorro i 300 m successivi con la massima concentrazione per evitare
qualche grosso sasso e parti che sembrano troppo tecniche. Sono quasi
deciso a rimanere in sella fino al termine della discesa ma poco dopo
sento la mtb che inizia a scappare e cerco in tutti i modi di fermarla
ma qui la pendenza supera il -37% e perciò con le buone o con le cattive
devo per forza fermarmi e scendere di nuovo di sella. Per fortuna il
tratto non è lungo e poco dopo trovo gli amici fermi e Walter seduto per
terra con un fazzoletto sull'occhio. E' purtroppo caduto e il caso ha
voluto che la botta non sia di grossa importanza ma dobbiamo, per forza
di cose, rimanere fermi per farlo riprendere dallo shock. Il fisicaccio
che si ritrova non ci mette molto ma prima di ripartire bisogna
controllare anche il mezzo che ha subito anche lui una bella
botta.
Accessori alla mano si raddrizza il manubrio e si controlla che il cambio
non sia particolarmente a rischio e rimessici in sella si prosegue nel
rimanente tratto in discesa che arriva alla prima periferia di
Porlezza. Raggiungiamo Porto Letizia ma
purtroppo una gara di Triathlon non ci consente di arrivare alla riva del
lago e accontentandoci di una vista breve ripartiamo in direzione del centro
cittadino. Andiamo ad attraversare la
SS340
e ci portiamo su via Pralivrana e percorrendola fino all'incrocio
deviamo a destra su via C. Vanetti. Raggiungiamo il proseguimento di via
Porlezza e poco dopo entriamo all'interno del centro storico della località
Tavordo. Ci attende adesso un lungo
rettilineo su questa stradina secondaria che arriva sul prolungamento di via
F. Frabscha prima arrivare al bivio con via Venini. Ci teniamo a
sinistra per andare in direzione del bivio e girando a destra attraversiamo
il vecchio ponte, in pietra, che supera il
torrente Cuccio. Entriamo nella piccola località di
San Pietro Sovera e percorrendo via
Menaggio passiamo accanto alla
Chiesa dei SS. Pietro e Paolo (Sec. XV) deviando a sinistra sulla bella stradina in salita di via per San Pietro.
Ben presto lasciamo le case e iniziamo ad affrontare una buona pendenza su
una stretta stradina che corre accanto ad un parapetto in metallo da dove
man mano che saliamo si scorge l'abitato di
Carlazzo appena sotto di
noi.
La bella vista della piana, alla nostra destra, ci conforta nella salita e
guardando il bellissimo paesaggio che raggiunge il bellissimo specchio d'acqua
del
Lago di Piano
arriviamo, dopo aver percorso circa 900 m con pendenze al max 15%, ad un
bivio. Mantenendoci a sinistra proseguiamo ancora in salita in direzione della
parte alta del paese. Entriamo nella stretta stradina, pavimentata, passando
per il centro storico e ci fermiamo per dissetarci in piazza San Giacomo
accanto alla
Chiesa dei SS. Giacomo e Felice
(Sec. XIII). Ripartiamo seguendo la stretta viuzza di via Gnallo e raggiungiamo il
primo bivio sulla
SP10 e girando a destra arriviamo subito al successivo dove prendiamo a
sinistra la
SP8 . Sempre in salita, ma con pendenze meno importanti che raggiungono max
l'11%, percorriamo questi 1000 m che ci fanno attraversare la frazione
Gottro su una strada provinciale dove di
auto non ne abbiamo, fin qui, contate. Sempre in leggerissima salita andiamo a
superare anche le vecchie case della piccola frazione
Bilate prima di arrivare al tratto
di strada che passa proprio a ridosso del fianco della montagna. Superata una
piccola Cappelletta, alla nostra sinistra, lasciamo il territorio comunale di
Carlazzo ed entriamo in quello di
Grandola ed Uniti con la sede
stradale che sembra adesso stringersi mantenendo però, sempre, la stessa
pendenza.
Raggiungiamo Naggio ed iniziamo a
risalire ancora con pendenze leggermente più importanti per entrare poi in
leggera discesa tra le case e la
Chiesa di Sant'Antonio Abate (Sec. XV) che superiamo passando su un fondo acciottolato che raggiunge poi un
bivio. Mantenendoci a sinistra iniziamo la discesa a tornanti sulla
provinciale fino a raggiungere l'entrata del ristorante. Proseguiamo a
sinistra sul rettilineo e raggiunto il tornante lasciamo la strada
asfaltata per deviare a sinistra sul tratto della
Vecchia Mulattiera che in
discesa su gradini (percorribili in sella) raggiunge e supera
l'altro piccolo borgo di Velzo.
Davanti alla bella
Chiesa dei SS. Siro e Margherita
(Sec. XIII) giriamo a sinistra e procediamo sempre su asfalto su questo tratto
alberato che in breve tempo ci fa entrare a
Codogna superando piazza Camozzi e il
Monumento ai Caduti. Ancora un tornante per ritornare a
Cardano e proseguendo sullo stesso
tracciato, percorso in mattinata raggiungiamo nuovamente Menaggio e il
piazzale d'imbarco.
Pier
Un grazie a Tommaso per il bellissimo video
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